Di seguito un comunicato diramato dall'ufficio stampa di Confartigianato.
Roma, 13 febbraio 2009
20.000 imprese ‘vittime’ dei ritardi di pagamento dello Stato aspettano da anni il saldo delle agevolazioni previste dalla legge 488/92.
Un iter burocratico lungo e tortuoso ha bloccato l’erogazione dell’ultima tranche delle risorse già assegnate alle aziende per finanziare, in base appunto alla legge 488/92, programmi di investimento, come l’acquisto di macchinari e la costruzione di immobili, per ampliare e ammodernare l’impresa.
Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini si è rivolto al Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola per denunciare l’ennesimo caso di ritardo dei pagamenti da parte dello Stato nei confronti degli imprenditori.
In pratica, gli imprenditori che hanno completato e collaudato le opere per le quali avevano richiesto i fondi previsti dalla legge n. 488/92, attendono ormai da anni, nei casi più gravi oltre quattro, l’erogazione dell’ultima rata dei contributi.
La soluzione del problema appare molto lontana. Infatti, oltre a mancare le regole che accertino il completamento degli investimenti dando il via libera ai fondi, c’è anche da considerare che la Legge Finanziaria 2008 ha ulteriormente complicato le cose ridefinendo i termini e l’applicazione della cosiddetta “perenzione amministrativa”, vale a dire la decadenza dei residui di spesa in conto capitale, abbassata da sette a tre anni.
“Nell’attuale situazione di congiuntura negativa – sottolinea Guerrini – la chiusura delle pratiche con l’erogazione del saldo di un contributo per cui sono stati sostenuti e conclusi da anni i relativi investimenti, costituirebbe, per le imprese beneficiarie, la certezza di risorse utili a fronteggiare contingenti crisi di liquidità”.
Il Presidente di Confartigianato auspica pertanto che il Ministero dello Sviluppo Economico adotti “ogni utile provvedimento per velocizzare la definizione istruttoria delle situazioni tuttora pendenti e, ai fini della semplificazione del processo, consentire alle imprese di autocertificare la fine dei lavori”. Secondo Guerrini “ciò metterebbe sulla giusta strada per assicurare finalmente e tempestivamente alle imprese che ne hanno titolo il riconoscimento dei loro diritti”.
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