martedì 17 febbraio 2009

12,5 miliardi l'anno, il prezzo della crisi del credito

L’allarme viene dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini il quale ha segnalato in una lettera al Presidente del Consiglio il peggioramento delle condizioni di accesso ai finanziamenti bancari da parte delle piccole imprese.

Ad aggravare la situazione di accesso al credito non è solo il costo del denaro ma anche le condizioni per ottenerlo: richieste ingiustificate di rientro anticipato degli affidamenti, aumento dello spread sui tassi di interesse, richieste di maggiori garanzie, allungamento dei tempi delle procedure burocratiche contribuiscono a rendere la situazione ancora più difficile.
Secondo Guerrini “L’atteggiamento delle banche appare tanto più ingiustificato se si considera che a ottobre 2008, nel pieno della crisi, il rapporto sofferenze nette/impieghi totali era addirittura diminuito a 1,08% rispetto al valore di 1,17% rilevato a luglio 2007, prima dello scoppio della crisi dei mutui subprime”.
Dinanzi al dato che le maggiori difficoltà per gli imprenditori si registrano con gli istituti di grandi dimensioni, Guerrini aggiunge “Ciò dimostra che i processi di acquisizione e fusione del sistema bancario non hanno creato condizioni di maggiore convenienza per la clientela. Per le piccole imprese l’accesso al credito rimane più facile con le banche più piccole e radicate nel territorio, in particolare le banche popolari e gli istituti di credito cooperativo, che infatti erogano il 43,8% del totale dei prestiti bancari alle micro e piccole imprese con meno di 20 addetti”.
Infine sottolinea che “Il nostro sistema economico rischia di crollare non perché alle imprese sia venuta meno la voglia di rischiare, ma per la crisi di liquidità. I nostri imprenditori non hanno perso la voglia di investire e di reagire alla congiuntura negativa. Ma questa loro propensione viene bloccata da un atteggiamento non altrettanto coraggioso da parte degli istituti bancari”.

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