“Semplificare l’attività della P.A. e tagliare gli oneri burocratici: è una potente leva che il Governo può muovere per aiutare imprese e cittadini ad affrontare la crisi ed evitare che gli imprenditori debbano sprecare ogni anno 15 miliardi, pari ad 1 punto di Pil, per gestire i complessi rapporti con la Pubblica Amministrazione”.
Lo ha detto Giorgio Guerrini durante un’Audizione sulla semplificazione normativa e amministrativa presso la Commissione Parlamentare per la semplificazione della legislazione.
Il peso maggiore della burocrazia, pari a 11,3 miliardi l’anno, viene sopportato dalle microimprese fino a 9 addetti. Un sistema a ‘burocrazia zero’ consentirebbe alle micro imprese di incrementare la produttività del 5,8% e di recuperare il 53,7% del gap di produttività che oggi scontano rispetto alla media di Francia, Germania, Spagna.
Guerrini ha poi ricordato i risultati di un sondaggio ISPO/Confartigianato su un campione di 1.200 persone tra artigiani, piccoli imprenditori e cittadini. Dalla rilevazione emergono esigenze identiche di cittadini e imprenditori per quanto riguarda le azioni considerate più utili alla semplificazione burocratica: il 45% degli intervistati ritiene necessario ridurre il numero degli uffici pubblici cui bisogna rivolgersi per adempiere ad obblighi amministrativi. Altrettanto importante la necessità di semplificare le norme (indicata dal 45% degli imprenditori) e gli adempimenti burocratici (41%). Nella classifica degli enti pubblici dove, a giudizio degli imprenditori e dei cittadini, è richiesto il maggior numero di pratiche inutili e quindi dove il peso della burocrazia è maggiore, vengono indicati, gli sportelli dei Comuni.
Tra le ‘ricette’ per superare queste difficoltà, piace al 79% degli imprenditori la proposta dell’intervento di soggetti privati, come le associazioni di categoria, nella gestione di ‘pezzi’ della Pubblica Amministrazione. Una proposta che riscuote anche il gradimento del 60% dei cittadini. Un’altra ipotesi per semplificare la vita delle imprese, vale a dire quella di eliminare i controlli preventivi per le imprese, sostituendoli con rigorosi controlli ex post, incontra il favore del 52% degli imprenditori.
Sulla base delle risposte al sondaggio Guerrini ha ribadito 6 principi-chiave per semplificare i rapporti con la P.A:
1. Creare un punto unico di contatto, pubblico o privato, cui l’imprenditore può rivolgersi per gestire tutti gli adempimenti connessi all’attività d’impresa;
2. Eliminare i controlli ex ante sull’attività d’impresa, in modo che, a seguito di una apposita dichiarazione, si possa avviare immediatamente l’attività;
3. Rafforzare i controlli ex-post sull’attività di impresa, cioè quelli successivi alla fase di autorizzazione, per verificare l’effettiva conformità dell’impresa alle norme sostanziali a tutela degli interessi pubblici, cui è preposta la Pubblica amministrazione (ad es. sicurezza, ambiente, sanità, etc.);
4. Creare un supporto tecnico di enti privati accreditati per certificare la conformità delle imprese alle norme vigenti;
5. Creare omogeneità di trattamento in tutto il Paese, con livelli minimi di semplificazione da intendersi come standard di efficienza della PA, cui tutte le amministrazioni siano tenute a conformarsi;
6. Tutelare l’impresa rispetto ai ritardi della P.A nell’autorizzare l’avvio dell’impresa tramite un indennizzo automatico per il mancato rispetto dei termini del procedimento.
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